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Market Insight 15.11.2021

MONTHLY INVESTMENT BRIEF

NOVEMBRE 2021

 

Laurent Denize

Laurent Denize,
GLOBAL CIO

Manteniamo la nostra opinione costruttiva sugli attivi rischiosi. La recente flessione nei tassi a lungo termine torna a dare respiro ai premi di rischio. Adottiamo un posizionamento lungo sulla parte azionaria, preservando una duration breve.

Il mese scorso ci interrogavamo sulla capacità delle società di mantenere i propri margini con l’aumento dei costi delle materie prime. La risposta è netta e precisa, le trimestrali in corso di pubblicazione sono spettacolari.

In Europa, il 60% delle aziende ha pubblicato i risultati. I dati sugli utili per azione diffusi ad oggi superano del 10% le stime di consenso. Quest’ultimo in effetti prevede che gli utili per azione aumenteranno del 60% (sì, avete letto bene) su base annua nel 2021 (+15% rispetto al livello del 2019).

Negli Stati Uniti i dati sono ancora più impressionanti.

Per tutti i settori l'impatto dei costi delle materie prime è stato limitato. In effetti, la maggior parte è stata in grado di aumentare i prezzi per far fronte all’aumento dei costi. Ma l’effetto negativo potrebbe essere più grave nei prossimi mesi in settori emblematici come l’automobile, i beni strumentali, l’alimentare e i prodotti di largo consumo. Solo due settori sembrano approfittare appieno dei colli di bottiglia nelle catene d’approvvigionamento: i semiconduttori e i trasporti, dove la forte domanda e le capacità limitate spingono i prezzi al rialzo.

Il COVID ha causato numerosi sconvolgimenti, specie nei settori automotivi, dove la domanda è crollata nel 2020 per poi segnare un forte recupero nel 2021. Questo shock combinato d’offerta e domanda ha generato problemi di aggiustamento delle capacità che vanno ad aggiungersi ad una tendenza più strutturale di adattamento e messa in sicurezza delle catene logistiche. Per questo, la de-globalizzazione è una tendenza forte e alcuni paesi, come gli Stati Uniti, tentano di riportare le produzioni sul territorio nazionale.

I motivi principali sono due:

  1. Il desiderio di dipendere meno dalla Cina come partner commerciale, avviato da Donald Trump e portato avanti dalla nuova amministrazione americana, nonché da altri paesi.

  2. La decarbonizzazione. I consumatori (soprattutto i più giovani) sono sempre più sensibili alle questioni di ESG -prevalentemente quelle ambientali-, e fanno pressione sulle aziende per ridurre i loro costi di trasporto e diminuire la loro impronta carbonica.

L’aumento dei prezzi delle materie prime è stato ultimamente seguito da aumenti di prezzi uniformi che si sono ripercossi sui consumatori. Tuttavia, i produttori stanno anche pensando a come riorientare la propria produzione verso prodotti per cui la domanda finale sia meno sensibile ai prezzi, compensando così il calo dei volumi con l’aumento dei margini (riducendo tra l’altro l'impronta carbonica). Ad esempio, alcuni produttori di auto sembrano limitare la produzione di veicoli a basso margine per poter utilizzare i microchip in veicoli di alta gamma che consentono di realizzare margini più elevati, migliorando così il mix di prodotto.

D’altro canto, i produttori europei si riforniscono, in termini di materiale e produzione, dal Nord Africa e da altri mercati emergenti, allontanandosi dalla Cina per ridurre i costi di trasporto.

Infine, manteniamo la nostra opinione costruttiva sugli attivi rischiosi. La recente flessione nei tassi lunghi torna a dare respiro ai premi di rischio. Adottiamo una posizione lunga sulle azioni, con duration breve. Attenzione, però, ad alcune valorizzazioni che sono al limite rispetto al ciclo macroeconomico sempre redditizio. Preferiamo i titoli ciclici, dopo un leggero stallo legato al calo dei tassi.

Quanto agli emergenti, le valorizzazioni diventano interessanti ma il segnale tanto atteso di una ripresa cinese non si è ancora palesato. In questa zona serva ancora un po’ di pazienza. Aggiungiamo convessità ai portafogli acquistando volatilità sui tassi, le azioni e i cambi. Le performance attuali consentono di spendere un po’ di premio per conservare ciò che è stato realizzato, dato che, secondo noi, la recente traiettoria è un po’ troppo rettilinea e fa presagire un probabile leggero consolidamento nei mesi a venire … è tempo di riprendere fiato.

Il sostegno ridotto delle banche centrali ci fa entrare in una nuova era, probabilmente più volatile, in cui l’alfa riprenderà il posto che si merita. Preconizziamo quindi un posizionamento un po’ più reattivo e tattico.