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Le virtù dell'incertezza

Market Insight 18.02.2022

MONTHLY INVESTMENT BRIEF

Febbraio 2022

 

Laurent Denize

Laurent Denize,
GLOBAL CIO

Infine, il brusco cambiamento d’atteggiamento delle banche centrali dei paesi sviluppati deve essere seguito da un aggiustamento a margine delle posizioni e da un posizionamento un po’ più prudente

L’onda d’urto provocata dagli ultimi dati sull’inflazione nella zona Euro ha costretto la BCE ad aggiornare la sua politica monetaria e in particolare la sua serie di acquisti di asset. Lasciamo agli economisti il compito di elaborare nuovi scenari di aumento dei tassi e preoccupiamoci di capire quali classi di attivo preferire in questo nuovo contesto.

Di che inflazione stiamo parlando?

L’ondata d’inflazione in Europa si è propagata fino ad oggi, prevalentemente tramite il canale delle materie prime e delle catene di approvvigionamento, ma a livello nazionale è stata poco fomentata da effetti secondari, dato che lo scarto di produzione resta negativo.

Al momento, quindi, occorre prediligere le società che si collocano in cima alla catena d’approvvigionamento grazie alla loro presunta maggiore capacità di incrementare i prezzi. Di conseguenza, occorre dare spazio al B2B (business to business) e al B2G (business to government) a discapito del B2C (business to consumer).

Come indicato nella nostra strategia d’investimento, preferiamo i settori industriali, poiché si collocano principalmente a monte della catena d’approvvigionamento. Tali settori potranno godere dell’aumento nelle spese d’investimento legate ai piani di rilancio dei vari governi. Occorre capire che queste società sono pronte ad aumentare le proprie spese d’investimento perché vedono aumentare i rendimenti sui propri capitali investiti. Si apre quindi una spirale positiva, gonfiata dalla leva operativa di queste aziende cosiddette cicliche.

D’altra parte, le aziende B2C avranno sempre più difficoltà a trasferire gli aumenti nei prezzi dovuti alle materie prime. Nel caso di conseguenti aumenti di stipendio, l'impatto sui margini già sotto pressione si farà sentire ancora più prepotentemente.

Che dire del settore bancario?

Pur restando uno dei nostri segmenti preferiti ed il primo ad approfittare dell’aumento dei tassi, occorre tuttavia smorzare i toni poiché le condizioni finanziarie subiscono deterioramenti con l’aumento degli spread del credito ed il calo delle azioni.

Ma il parametro che allarma nel breve termine resta lo spread tra Italia e Germania a 10 anni, che si è allargato significativamente nelle ultime settimane ed illustra perfettamente l’ansia degli investitori di fronte alla volontà della BCE d’interrompere prima del previsto i suoi programmi di acquisto titoli. È quindi giusto mantenere una certa prudenza a breve termine. Se non altro, si tratta di non aggiungere adesso rischio al segmento.

Obbligazionario

Ribadiamo il messaggio che ripetiamo da 6 mesi a questa parte: alleggerire al massimo le posizioni sui titoli di stato. Privilegiare le obbligazioni di qualità e a scadenza breve. Quanto alle obbligazioni High Yield, aggiorniamo tatticamente la nostra posizione da “sovrappeso” a “neutro”, poiché diversi investitori Investment Grade hanno accumulato posizioni al margine del loro portafoglio, alla ricerca di rendimento. Quest’effetto di eliminazione, che aveva consentito ai portafogli di offrire un surplus di retribuzione, ora presenta il conto, dato che gli spread si allargano. Occorre quindi lasciar passare questa ondata di liquidazioni e questo cambiamento di testimone, prima di riposizionarsi. Nonostante il ciclo resti strutturalmente favorevole alle obbligazioni high yield, occorre comunque portare pazienza. La crescita rallenta, è vero, ma resta decisamente al di sopra del suo potenziale. Sul medio termine, non ci preoccupiamo.

Asset allocation

Infine, il brusco cambiamento d’atteggiamento delle banche centrali dei paesi sviluppati deve essere seguito da un aggiustamento a margine delle posizioni e da un posizionamento un po’ più prudente (neutro “meno”). Attenzione, però, a identificare correttamente i rischi nei portafogli. In primo piano, le obbligazioni che teoricamente dovrebbero proteggere il portafoglio (titoli di stato o AA e AAA a scadenza media/lunga) sono sicuramente quelle che faranno più danni, considerando il movimento brusco ed inatteso. Sulle azioni, bisognerà seguire l’evoluzione dei tassi reali, saliti moltissimo dai loro livelli bassi di ottobre 2021, in particolare negli USA. Una tendenza, che, se dovesse protrarsi, non sarebbe di buon auspicio per i titoli tecnologici.

L’asimmetria tra la probabilità di un rimbalzo limitato ed una correzione più marcata non ci spinge a recuperare rischio oggi. Effettivamente, pur se in leggera flessione la crescita resta solida ed autorizza a mantenere in portafoglio le azioni più cicliche e più scontate, se si è pronti ad accettare un po’ più di volatilità, un'idea a cui bisogna abituarsi. In parole povere, torna l’incertezza e non è poi una notizia così brutta...

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